Discussione di Amos Bianchi, G. Leghissa (a cura di), Mondi Altri. Processi di soggettivazione nell’era postumana. A partire dal pensiero di Antonio Caronia, Mimesis 2016

DISCUSSIONI / Carlo Molinar Min /


Bianchi-Leghissa-Mondi-Altri

Se si dovessero seguire fedelmente le istruzioni elencate alla voce ‘Writing Book Reviews’ da uno dei tanti Tutorial Services, di una delle tante e note università straniere, dovremmo perlomeno soddisfare tre richieste fondamentali: ‘describing’ (il contenuto del testo), ‘analyzing’ (la maniera in cui l’argomentazione tenta di raggiungere il suo obiettivo), ‘expressing’ (le proprie considerazioni). I criteri per una buona recensione vorrebbero che l’autore non si limitasse soltanto a presentare, in termini più o meno elogiativi, il tema trattato. Una volta arrivati all’individuazione dei nuclei tematici essenziali sarebbe il caso di sforzarsi di evidenziare e discutere gli aspetti ritenuti problematici. In alcuni casi, tuttavia, la difficoltà può aumentare. È forse l’esempio dei volumi AA.VV., in cui la regola è una certa eterogeneità: prima di tutto una varietà di registri e di stili, ossia il precipitato di una molteplicità di autori che si trova ad affrontare da angolazioni diverse un tema specifico, sviluppato seguendo i suggerimenti, volutamente generici, dei curatori; segue poi un’equivocità a livello contenutistico, frutto di quella consuetudine che fa sì che gli invitati rispondano all’occasionalità della raccolta adoperandosi in discorsi riepilogativi, costruiti a partire da ricerche personali pregresse.

È questa la situazione del volume edito da Mimesis (2016), Mondi Altri. Processi di soggettivazione nell’era postumana. A partire dal pensiero di Antonio Caronia. Il titolo accompagnato dal doppio sottotitolo si premura da subito di precisare come, nonostante la nebulosità congenita al tema del postumano, si debbano poter rintracciare linee di ricerca rilevanti. Da una parte la dicitura Mondi Altri che, se leggiamo correttamente le intenzioni dei curatori, fa riferimento alla ricerca di uno spazio postumano, all’interno del quale non sia vano compiere uno sforzo verso condizioni più giuste – in risposta a un sistema politico, economico e sociale ritenuto profondamente iniquo. Dall’altra, un’attenzione particolare ai ‘processi di soggettivazione nell’era postumana’ per cui, in una situazione di ibridazione uomo-macchina percepita come invasiva, diventa quanto mai vitale poter immaginare e pensare la formazione di ciò che, fino a poco tempo fa, circolava senza esitazioni sotto il nome di soggetto umano.

Perché Caronia? La prospettiva di Caronia è interessante perché ha saputo anticipare, con verve da pioniere, alcuni temi divenuti centrali nel dibattito attuale sul postumano; nondimeno perché, grazie a indiscutibili abilità crossover, ha conferito nuovo lustro all’idea di discorso culturale come pratica di emancipazione. Non diremo ‘discorso filosofico’, poiché, come emerge chiaramente dalle pagine di questo testo a lui dedicato, la prospettiva di Caronia non è propriamente quella di un filosofo; ma, semmai, quella di un intellettuale dedito a operare ai confini degli ambiti disciplinari, per conferire appoggi teorici trasversali a controcondotte di orientamento prevalentemente libertario. Caronia ha infatti esplorato i sobborghi del sapere, servendosi della fantascienza di Dick e Ballard fusa con la filosofia di Foucault e Deleuze, o con la sociologia dei media di McLuhan e de Kerckhove. Prima militante trotzkista, successivamente anarchico, poi direttore di poli pedagogici e di aggregazione della sperimentazione culturale avanguardista, si impegnò con insolita duttilità intellettuale nell’impresa di promotore e formatore di una riflessione libera. E Caronia oggi?

Mai come sul web e sui social network le retoriche del margine, del territorio di confine, della periferia, dell’underground, del bizarre e del weird, sono all’ordine del giorno. Ragion per cui un ipotetico ispettore postumano potrebbe reputare la proposta di Caronia un prodotto profondamente datato: ancora troppo legata alla logica della resistenza ai bordi, forse troppo poco aggiornata sulla vita della virtual community, la sua visione soffrirebbe mortalmente la concorrenza e l’arroganza di un milieu culturale saturo di neo-stranismi. Risulta dunque condivisibile la scelta dei curatori di ‘partire da Caronia’ piuttosto che concentrarsi su analisi dirette della sua prospettiva. La preziosa inattualità del suo pensiero, una volta posta sotto le spericolate insegne high-tech del postumano, avrebbe rischiato seriamente di essere sottovalutata, derubricata alla svelta nel reparto antiquariato.

Uno degli aspetti che emerge immediatamente dalla lettura di Mondi Altri è l’insistenza sul tema della temporalità, declinata più o meno radicalmente nei termini di soglia epocale. In effetti, la nozione che sembra fare da guida, o se non altro da snodo problematico di riferimento, è quella di utopia. Tant’è che, sia che se ne accolga il potenziale teorico, sia che se ne proclami il completo esaurimento semantico, ‘a partire da Caronia’ vuol dire prima di tutto riproblematizzare l’idea di un tempo a venire…

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