Limiti e confini del Postumano

EDITORIALE / Giovanni Leghissa, Carlo Molinar Min, Carlo Salzani /


Il termine ‘postumanesimo’ è stato usato per la prima volta nel senso critico che è entrato poi nel linguaggio comune da Ihab Hassan nel 1977. Nei suoi quasi quattro decenni di vita la teoria del postumano ha subito non poche evoluzioni, trasformazioni e raffinamenti, non da ultimo perché questo concetto non designa un campo teorico omogeneo e compatto, ma è piuttosto un ‘discorso’ nel senso foucauldiano del termine, una molteplicità di filoni diversi, eterogenei e frammentati, tenuti insieme da un’idea portante: la convinzione che il vecchio umanesimo sia ormai finito. Questo numero de «Lo Sguardo» si propone di fare una sorta di bilancio degli ultimi quattro decenni per analizzare i limiti e confini del concetto di postumano. Il filo conduttore del numero è quindi la domanda: che cosa è ancora vivo e attuale, oggi, nella questione del postumano? Quali sono i filoni e le tendenze che si sono progressivamente esauriti, e quali invece sono passati in primo piano? Come si sono evolute le domande, e soprattutto le risposte, alla questione del postumano?
La questione della tecnologia, e cioè dell’ibridazione tra umano e macchina, è ancora per molti il tratto più ‘appariscente’ del postumano, sia per la cultura popolare, sia per il senso comune all’interno dell’accademia; e tuttavia il trionfalismo di certo postumanesimo – e soprattutto delle sue derive transumaniste – ha alienato non pochi studiosi, a partire proprio da una delle ‘madri’ della teoria postumana, Donna Haraway. Resta il fatto che i livelli di intimità e intrusione della tecnologia nell’umano sono, semmai, enormemente cresciuti dai tempi del Manifesto Cyborg, come anche le resistenze a essi, e questo continua a sollevare inesauribili questioni ontologiche, etiche ed estetiche.

Una questione che ha invece assunto sempre più centralità è quella dell’‘animale’, tanto da imprimere una vera e propria ‘svolta’ – il cosiddetto animal turn – all’interno delle scienze umane. L’interdisciplinarità (o multidisciplinarità) che caratterizzava la ricerca sul postumano in senso spiccatamente tecnologico, orientandola primariamente verso le scienze hard (in particolare la cibernetica), si è aperta quindi anche a discipline come la biologia evoluzionistica e l’etologia, dove il post del postumano viene dunque a segnalare anche il superamento (o il progressivo sgretolarsi) della dicotomia umano/animale.

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