Recensione a O. Penot-Lacassagne (a cura di), Back to Baudrillard, CNRS Editions 2015

RECENSIONI / Stella Carella /


Back-To-BaudrillardFare ritorno (back to) all’opera di Jean Baudrillard significa per Penot-Lacassagne, curatore di questo volume collettaneo, riprendere un dialogo interrotto. Non si tratta di un omaggio, di un tributo postumo, né di un rilancio ingenuo di una filosofia fascinosa come quella baudrillardiana.  Ritornare vuol dire qui restare, «rester critique» (p. 14). Ma di una criticità radicale, altra. Perché in Baudrillard pensiero e analisi critica, stricto sensu, sono concetti (e prassi) nettamente diversi e la loro distanza è massima. Se infatti un’analisi critica spiega, interpreta, contrappone, il pensiero inventa regole nuove. Come alcuni anni fa scriveva Vanni Codeluppi citando il filosofo francese, «la posta in gioco non consiste più nella spiegazione ma in un duello, in una sfida rispettiva del pensiero e dell’evento» (Per una critica dell’immaginario pop).

Dunque, se non ci si vuol limitare a scrivere «l’antifavola della favola» – per usare un’immagine de La société de consommation –, adottando quella prassi che ha sempre caratterizzato il pensiero razionale, è necessario ricorrere al pensiero radicale, il solo ad essere in grado di affrontare l’evento, ma anche di rispettarlo e restituircelo nella sua intensità. La radicalità di Baudrillard sta qui, nel non opporsi, ma nel rinnovare le regole dell’opposizione: il suo intento non è la distruzione del senso attraverso l’assurdo o il ripudio, il disconoscimento. Al contrario, attraverso il parossismo, l’ipotesi condotta al limite, la sperimentazione, la prefigurazione o la saturazione, il pensiero ritorna, riprende a parlare: non già dando risposte, ma anticipando, sottolineando l’originalità radicale di un evento o di una situazione, precedendoli, introducendo discontinuità.

Baudrillard usa la violenza del linguaggio per esasperare la violenza integralista del sistema, che soffoca o annulla ogni forma di opposizione. Eppure la scrittura baudrillardiana è un atto non di resistenza, ma di irriducibilità rispetto al funzionamento generale. Essa inventa un altro mondo, non un metodo alternativo. Ed è su questo terreno altro che Penot-Lacassagne propone di tornare, o di restare. L’intreccio degli approcci proposti all’interno del volume (studi, interviste, lettere) ben restituisce il senso del linguaggio baudrillardiano e permette di cogliere un pensiero in continuo dislocamento.

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