Recensione di L. Astesiano, Joie et liberté chez Bergson et Spinoza, CRNS 2016

RECENSIONI / Antonio Catalano /

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Leggere il libro di Lionel Astesiano, Joie et liberté chez Bergson et Spinoza, spinge ad entrare dentro, a simpatizzare (proprio nel senso bergsoniano del termine) con la complessa operazione ermeneutica dell’autore stesso, la quale lungi dal ricostruire ex alto, attraverso un’astratta speculazione, un legame dialettico tra i due importanti filosofi evocati nel titolo, approfondisce dettagliatamente i testi bergsoniani alla ricerca delle ricorrenze più significative del grande filosofo olandese, per trarre da ciò la sostanza filologica delle proprie argomentazioni. Se, utilizzando le stesse parole di Bergson, Plotino è la loupe attraverso cui egli guarda a Platone, Aristotele e alla filosofia greca in generale, per Astesiano è Bergson stesso la loupe attraverso cui egli guarda a Spinoza. Il libro è diviso in 2 parti: I. Spinoza selon Bergson, nella quale Astesiano analizza l’interpretazione e l’utilizzo di Spinoza da parte di Bergson, dapprima nelle opere direttamente pubblicate e date in stampa (Chapitre 1), poi nei manoscritti dei corsi liceali e universitari (Chapitre 2), in Italia tradotti e pubblicati solo parzialmente; II. Communauté d’intuition, nella quale intuition, joie e liberté, sono i nuclei metafisici ed etici attorno a cui ruota il rapprochement tra i due filosofi.

Astesiano non può non partire dalla constatazione che ad una prima lettura, e neanche troppo superficiale, delle prime due parti dell’Ethica, emerge una fondamentale lontananza tra Spinoza e Bergson, lontananza che quest’ultimo avvertiva molto forte (Lettre du 7 julliet 1928, Écrits philosphique, p. 781). Se si ammette che nella metafisica della durata creatrice il concetto di durata riveste lo stesso ruolo di perno centrale e fondante che nell’Ethica invece riveste il concetto di sostanza, non c’è ombra di dubbio che la aeternitas di quest’ultima non può e non deve essere compresa come durata, neanche come durata senza inizio né fine (II Explicatio dopo le prime sei definizioni). La duratio infatti è l’attributo secondo cui comprendiamo gli enti causati, determinati, che sono nel tempo, che hanno in altro la propria ragion d’essere; duratio è insomma sinonimo di contingenza.

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