Recensione di R. Marchesini, Eco-ontologia. L’essere come relazione, Apeiron Editoria e Comunicazione 2018

RECENSIONI / Manuela Macelloni  /

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Eco-onologia. L’essere come relazione rappresenta l’apice di un percorso che il filosofo, Roberto Marchesini, ha iniziato diversi anni fa. Correva l’anno duemiladue quando un per nulla innocuo testo, Post-human. Verso nuovi modelli d’esistenza, si presentò alla cronache del mondo della filosofia. Chi dapprima decise di ignorarlo, chi di catalogarlo tra le stranezze dei nuovi movimenti filosofici che celebravano la fine dell’uomo ma, ben presto, si iniziò a capire come, un pensiero filosofico consapevole – e che quindi si facesse effettivo carico delle questioni della contemporaneità – non potesse prescindere dai problemi aperti da quella che, a mio avviso, risulta una delle opere filosofiche fondamentali della nostra epoca.

Quello di Marchesini è stato dapprima un riposizionamento dell’anthropos all’interno della filiera evolutiva in una traduzione diretta e finalmente autentica della lezione di Darwin, a cui è necessariamente conseguita la rinuncia a un paradigma essenzialistico della nozione di umanità, capace di riposizionare la dimensione umana oltre l’eccentramento offerto da tutta l’antropologia filosofica del Novecento.

Marchesini ha poi proseguito in un percorso che – a partire da una rilettura dell’uomo – ha costretto a un ripensamento fondamentale anche dell’animalità secondo prospettive evoluzioniste che lo hanno condotto – attraverso un approccio cognitivo – a rigettare il paradigma prima cartesiano e poi behaviorista dell’animale macchina, rivoluzionando così il concetto di soggettività. La rilettura offerta al concetto di soggetto ha obbligato anche a un ridimensionamento del ruolo – tanto caro all’uomo – di coscienza e autocoscienza, preferendo a questi dispositivi un’attenta descrizione della differenza tra soggetto di vita e oggetto di vita. Solo così è stato possibile un effettivo superamento – attraverso l’approccio congitivo-zoonatropologico – dell’impostazione che da sempre era stata offerta all’animale quale vittima di impulsi o rinchiuso in risposte omologate e prevedibili. La soggettività diviene con Marchesini affare di tutti gli esseri viventi: ciò ha prodotto delle conseguenze irrevocabili anche sul piano ontologico con cui la sua filosofia ci obbliga a confrontarci. Dobbiamo abbandonare il caldo e rassicurante focolaio dell’essenza, dell’immutabilità, degli assoluti, per gettarci nel mare in tempesta dell’essere.

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