RECENSIONI / Remo Trezza /
Il volume qui recensito, sicuramente di grande attualità, fa parte della collana dei Quaderni di Synaxis dello Studio Teologico ‘S. Paolo’ di Catania ed è stato curato da Christian Barone, docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e presso lo Studio Teologico su menzionato. Contributo ‘delicato’, che appassiona e determina una certa dose di curiositas, stimola la riflessione e cerca di scandagliare le problematiche relative all’avvento delle nuove tecnologie (I.A., algoritmi, robot, etc…), ponendosi in un dialogo di ordo ordinans, sempre più intersezionale con i principi fideistici della cristianità e dei valori etici fondanti la cattolicità. L’hortus conclusus, ovvero la struttura del volume, caratterizzata – secondo chi scrive – da un divenire argomentativo mai stancante, ma sempre avvincente e dinamico, può essere sintetizzato come di seguito. La premessa (pp. 5-19), del curatore dell’intera opera, si apre con una citazione – nell’opinione di chi recensisce – lapidaria. Seppur la ‘quote’ sia di Isaac Newton ed il testo in italiano, si preferisce riportare la versione in lingua latina della frase, avente il medesimo significato, di qualcuno che di storia se n’è inteso, a motivo della più concisa rappresentazione della realtà: ‘nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes’. Ciò non fa altro che immergere il lettore in questioni novae, ma sempre veterae. Cosa c’è di notevolmente ‘nuovo’ nelle ‘nuove tecnologie’? Punto nodale della premessa è fondato sul ‘pensiero umano’, che – specie nella nuova dimensione dell’innovazione – si scontra con la possibilità di essere sostituito – in quanto homo sapiens – dai procedimenti decidenti e decisori di automi.