RECENSIONI / Andrea Maria Nencini
Chi vuole occuparsi di abitudine rischia spesso di finire intrappolato nella dinamica propria della trattazione di questo specifico argomento. Due sono infatti gli ambiti di analisi che l’abitudine, storicamente, ha offerto allo studioso: da una parte, quello della descrizione degli effetti derivati dall’utilizzo meccanico di comportamenti e di giudizi che, in quanto automatici, sono stati spesso raffigurati come forme ‘diminuite’ di interazione con il mondo, giacché mancanti di quell’investimento cosciente e attentivo tipico della modalità critica (o filosofica) di esperire i fenomeni; e dall’altra, quello ‘formattante’, tendente ad offrire possibili metodologie per educarsi all’utilizzo di modalità consapevoli con le quali indirizzare le proprie azioni e valutazioni, così da interrompere la ricaduta nello stato automatico ed incosciente tipico del comportamento abitudinario.