Recensione a F. Ferrando, Il Postumanesimo filosofico e le sue alterità, ETS 2016

RECENSIONI / Barbara Henry /


L’obiettivo di questo volume è di tracciare un profilo rigoroso ma del pari poliedrico della visione teorica chiamata Postumanesimo filosofico, e dei contrari di essa (le alterità di cui si parla nel titolo). Tale filosofia, secondo l’interpretazione che ne dà Rosi Braidotti nell’introduzione, è prosperosamente ‘eccedente’, irriducibile a ogni schema definitorio, inclusa la cornice del Postmoderno, del quale il Postumanesimo innova profondamente la matrice decostruttiva. La premessa fondamentale è infatti la posizione critica nei confronti dell’idea che gli esseri umani siano una specie superiore nel vero o presunto ordine delle cose; pertanto, il ‘post-’ del Postumanesimo non implica necessariamente oltrepassare l’umanità in senso biologico o evolutivo, senza escludere tale eventualità, ma non concentrandosi soltanto questo aspetto, a differenza del Transumanismo. Piuttosto, il punto di partenza è accingersi a comprendere ciò che è stato omesso nella teoria, nella pratica e nella poiesi da una visione antropocentrica del mondo (p. 26).

Il volume in oggetto, che tratta dunque della filosofia del postumano secondo canoni interpretativi a più matrici, consiste in una complexio densa, e in continua trasformazione, in una cartografia di endiadi interconnesse, che è strutturata, a differenza di quanto avviene nel ‘rizoma di linee’ di Deleuze e Guattari, pur evocato ma superato dal Postumanesimo stesso (pp. 138-139); in tale costellazione, ogni endiadi è definita tramite nitidi attributi, tracciati senza sbavature o tentazioni evocative, ma capaci di trascolorare nel proprio contrario; le alterità non fisse ma sicuramente chiare nella loro irriducibilità rispetto al Postumanesimo, come ad esempio il Transumanesimo, nelle sue varianti, e l’Antiumanesimo, entrambi affrontati e ben distinti da Ferrando nella parte prima. Tale equilibrio fra rigore definitorio e sensibilità inclusiva è reso possibile dall’adozione di una coerente prospettiva anti-dualistica, ospitale verso le forme di esistenza e di pensiero, di per sé plurali e variegate, e riconoscente. Questo termine è da intendersi nel suo duplice significato (‘che riconosce’ ed ‘esprime gratitudine’), e contrassegna il ritmo argomentativo dell’intero percorso. Questo testo è denso e agile, sistematico e militante, astratto e concreto, al contempo e, rivelandosi originale dando voce alla propria profondità multistriata, si articola secondo tre domande fondamentali:

1. Cos’è il Postumanesimo Filosofico?
2. Di quale ‘umano’ il postumano è un ‘post’?
3. Siamo sempre state/i postumani/e?

L’invito a chi legge è di trovare le proprie risposte immergendosi nella polifonia di questo testo, mentre ciò che compete a chi commenta è offrirne alcune chiavi di lettura, come si vedrà in seguito. Per la stessa autrice, esse «non indicano ambiti tematici nettamente distinti, possono essere intese piuttosto come suggestioni che informano lo sviluppo del discorso» (pp. 15-16). Lo svolgimento dell’argomentazione si può sintetizzare nel modo seguente…

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