NOTA CRITICA / di Santiago Zabala
Una coazione all’ordine informa l’ideologia, le politiche e i valori del Presidente Trump. Questo è evidente non solo nel suo peculiare rapporto con i fatti, ma anche nel bisogno di rendere di nuovo grande l’America. Sebbene durante la campagna elettorale non fosse chiaro a quale America egli stesse facendo riferimento, è evidente, in seguito ai suoi primi ordini esecutivi, che l’America da lui immaginata cerca di mettere quanta più distanza possibile tra sé e la «società aperta» di Karl Popper. Il filosofo austriaco sviluppò quest’idea (presentata per la prima volta da Henri Bergson) durante il suo esilio in Nuova Zelanda, subito prima della Seconda Guerra Mondiale, ovvero mentre l’Europa soccombeva ai regimi autoritari. Popper definiva una società aperta come quella società «nella quale i singoli sono chiamati a prendere decisioni personali», contrapposta a una «società magica o tribale o collettivistica»1. Nella prima, nessuno è in possesso della verità ultima perché è noto che le persone hanno visioni, interessi e valori differenti. Nell’ultima, la verità è imposta da coloro che detengono il potere.