N. XXXIV, marzo 2022
a cura di Igor Pelgreffi, Ubaldo Fadini, Massimiliano Badino
Il numero XXXIV de Lo Sguardo si propone di indagare il concetto di algoritmo, procedendo sia a un approfondimento della sua dimensione genealogica, sia delle sue principali dimensioni teoriche ed etiche. L’obiettivo è, cioè, quello di una migliore comprensione filosofica circa l’origine, gli usi e gli aspetti teorici legati a questo termine che attraversa oggi le nostre esistenze individuali e comuni, mediante una sempre più estesa digitalizzazione del mondo storico-sociale: un’algoritmizzazione generale che coinvolge contemporaneamente i processi di produzione materiali e quelli “intellettuali”. Il sapere stesso, anche quello sedicente “critico”, nella sua riproduzione ha sempre più a che vedere con forme di algoritmizzazione implicita.
Ricercatori e studiosi sono invitati a contribuire al fascicolo, inviando proposte attinenti al tema, mediante saggi che si dispieghino lungo le linee di seguito specificate e raccolte in quattro macro-sezioni.
- Genealogia del concetto di algoritmo. Questa sezione de Lo Sguardo si occuperà dell’origine del concetto di algoritmo, a partire dal ’500-’600 (ma è possibile risalire ancora a prima: il termine deriva dal nome del matematico persiano al-Khwārizmī) e suo affiorare nel contesto della “matematizzazione del mondo”, cioè l’epoca in cui la procedura logica incomincia a separare nettamente mondo tecnico e mondo naturale, calcolabilità e “incalcolabile” corporeo, ponendo al contempo le basi per l’impresa scientifica moderna e le condizioni per il futuro emergere del capitalismo. Lungo questa linea, con la nascita delle prime macchine calcolatrici e l’ampliamento della riflessione sugli automi, si giunge sino a Leibniz, con l’idea di calculus rationator e, come orizzonte algebrico-ontologico, di characteristica universalis. Se è vero che la logica formale e il cosiddetto immaginario computazionale che là si originano, assieme alla potenza della logica procedurale, si prolungano sino alla cibernetica novecentesca, va tuttavia compreso se esso sia o meno solamente espressione di un dualismo ingenuo tra calcolo e natura, oppure se queste ricostruzioni possano aprire a letture che mostrano maggiori complessità teoretiche.
- Teoria ed epistemologia dell’algoritmo. L’algoritmo è definito, nelle scienze dell’informazione, come una sequenza di passi – elementari; in numero finito; univocamente interpretabili – atti a risolvere un problema. In questa sezione de Lo Sguardo verrà approfondita la questione teorica della procedura, della ripetizione, della sequenza logica di istruzioni, tentando tuttavia di sottrarre l’algoritmo alle letture riduzionistiche – solo “analitiche” –, recuperandone cioè la dimensione del “senso”. In particolare, occorre chiarire dal punto di vista teorico che cosa accade quando l’algoritmo, da sistematicità “autonoma”, si integra nei sistemi viventi, biologici e sociali. In quanto processo automatico, esso si connette ai concetti di automatismo e/o di automa: risulta rilevante comprendere quali siano i nessi specifici e le differenze. Infine, occorre comprendere anche ciò che l’algoritmo non può contenere, entro una sorta di relazione strutturante tra interno ed esterno: quali sono i limiti teorici di un algoritmo?
- Algoritmi: etica. Il concetto di algoritmo deve essere indagato non solo in sé, ma anche, sul piano etico, come “concetto applicato”. Questa sezione de Lo Sguardo esplorerà il significato delle numerose integrazioni tra la dimensione algoritmica e la dimensione delle azioni e delle loro conseguenze. La questione etica dell’algoritmo decisionale, cioè del posto della “scelta” nella procedura automatica, verrà affrontata a diversi livelli, con riferimenti alla roboetica, alla Algor-Ethics (Benanti) e alla giuscibernetica. Più in generale, ragionare sui limiti dell’algoritmo e sul suo perimetro logico, significa interfacciarsi con la dimensione etica di quanto non può essere “algoritmizzato”, e che apre a prospettive non necessariamente antropocentriche, entro un ripensamento profondo del rapporto uomo-macchina.
- Algoritmo e corpo. Quest’ultima sezione de Lo Sguardo esplorerà alcuni rilevanti sviluppi storici e materiali di questioni “di confine”. Il carattere incorporeo dell’algoritmo è solamente apparente, se si pensa ad aspetti di irriducibilità, visibili nel rapporto corpo/algoritmo o organismo/macchina ripercorribili almeno, dall’epistemologia di Canguilhem, in Macchina e organismo (1946-47), o dalla fenomenologia di Merleau-Ponty de La struttura del comportamento (1942) o, alternativamente, nella dimensione critica, come nei lavori della scuola di Francoforte, almeno da Automazione (1956) di Friedrich Pollock. Si mostrerà inoltre la pertinenza del tema dell’algoritmo con il campo sociale e politico: problema dell’apprendimento e incorporazione degli algoritmi; problema della “società automatica” (Stiegler) e delle ricadute sul piano dell’occupazione; questione della profilazione, dell’assoggettamento inconsapevole, dei big data e, di qui, del controllo sociale, cioè degli algoritmi come forma del potere e della sua riproduzione.
LINGUE ACCETTATE: ITALIANO, INGLESE, FRANCESE, TEDESCO, SPAGNOLO
DEADLINE PER PROPOSTE SAGGIO: 30/05/2021 15/06/20121 (estesa)
Procedura: Inviare all’indirizzo callforpapers@losguardo.net, entro la data indicata, un abstract di max 4000 battute comprendente il titolo della proposta di saggio e una descrizione dell’iter argomentativo. Le proposte saranno valutate dai curatori e dal comitato di lettori della rivista e il risultato della selezione sarà comunicato agli autori entro il 15/06/2021 30/06/2021. Le proposte accettate saranno poi ricevute dalla redazione entro una nuova deadline, comunicata agli autori con l’esito della selezione, e quindi sottoposte a doppia blind review.
Igor Pelgreffi, Ubaldo Fadini, Massimiliano Badino
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