Recensione di F. Marchesi, “Geometria del conflitto. Saggio sulla non-corrispondenza”, Quodlibet 2020

RECENSIONI / Yuri Diliberto

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Il testo di Francesco Marchesi, Geometria del conflitto. Saggio sulla non-corrispondenza si caratterizza, innanzitutto, come una disamina puntuale delle teorie del conflitto che si sono avvicendate, nel pensiero politico e politico-filosofico, dal ‘900 fino ai giorni nostri. Attraverso un confronto – che ha il beneficio, non secondario ai fini della tenuta teorica complessiva, della precisione – con pensatori fondamentali della tradizione filosofico-politica che va da Carl Schmitt ad Alain Badiou, da Foucault ad Althusser, passando attraverso Laclau e il cosiddetto lacanismo di sinistra (Y. Stavrakakis), Marchesi costruisce un itinerario teoreticamente denso che si divide strategicamente in due compiti: la ricognizione dei limiti e delle possibilità aperte dagli autori in questione ma altresì – e senza soluzione di continuità – la delineazione di un metodo attivo di ricerca. Soffermiamoci, dapprima, su questo secondo aspetto del testo, la cui presenza è, in realtà, confermata dall’intento programmatico di Marchesi sin dall’inizio. Nel testo, infatti, è ravvisabile un’indicazione procedurale ben precisa, ovvero un incedere teorico come «esercizio di materialismo» (p. 17). Tale esercizio si concreta nello sforzo di non limitarsi a “scorrere” attraverso i compartimenti stagni delle teorie del conflitto ma nel dinamizzarle tra di loro inserendole in un contesto conflittuale direttamente polemico e dinamico. In altri termini, l’idea geometrica che soggiace alla schiusura dei significanti che di volta in volta le teorie storiche propongono, permette a Marchesi di tratteggiare una linea teorica e di metodo che potremmo definire diagrammatica (nell’accezione utilizzata da Gilles Châtelet): i rapporti tra i diversi autori trattati sono analizzati nella veste di vettori polemici che, nello scontrarsi tra di loro, costituiscono un continuum geometrico-topologico (per questo, appunto, diagrammatico). La nozione specifica di ‘Geometria’ implementata da Marchesi, implica infatti «due significati correlati»: il «manifestarsi tendenziale di un sistema latente» che bisogna decodificare ma anche «l’incontro differenziale» in una «prospettiva diacronica» (p. 19).

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