RECENSIONI / Teresa Esposito
Il dibattito sulla magia naturale nel Rinascimento è tra i più vivi e complessi. Il presente libro ha l’obiettivo di sondare i fondamenti della magia naturale di uno dei più celebri protagonisti del dibattito filosofico italiano del XVI secolo, Giovan Battista Della Porta (1535-1615). L’A. mostra come Della Porta, figlio della cultura umanistica, prediliga un metodo di studio eclettico, impostando la propria proposta concettuale alla luce di un aristotelismo sfumato, aperto all’albertismo rinascimentale e alle acquisizioni della tradizione della fisica e della cosmologia di Tolomeo. Nella prima parte del volume, l’A. fa esplicito riferimento a numerosi intellettuali napoletani seguaci in vario modo dell’aristotelismo propugnato a Padova nel XVI secolo. Tra di essi, l’A. dedica particolare spazio al logico Francesco Storella, meritevole di aver aperto la strada a una profonda riconsiderazione della possibilità che possa darsi scienza, anche in senso aristotelico, di quei dati empirici ritenuti rari o irregolari altrimenti appannaggio di spiegazioni “superstiziose”. Lo studio della lezione storelliana, così viva a Napoli al tempo della scrittura della prima edizione della Magia naturalis libri IV (1558), aiuta l’A. a inserire il giovane Della Porta nel vivace e fecondo contesto intellettuale napoletano della seconda metà del ‘500. In questo modo, egli può gettare nuova luce sul retaggio del peripatetismo napoletano e sul ruolo che esso ha potuto esercitare sul pensiero di Della Porta.