RECENSIONI / Silvestre Gristina
Con il suo ultimo volume, Giuseppe Riconda porta a termine, dopo quasi trent’anni, una sua indagine circa lo statuto della storia della filosofia nel pensiero di Schelling. Se, infatti, il volume pubblicato nel 1990 – Schelling storico della filosofia (1794-1820) – aveva tematizzato il problema ‘storia della filosofia’ riferendosi al periodo 1794-1820, questo ultimo lavoro completa e illumina retrospettivamente la ricerca nel suo complesso, concentrandosi sul periodo che va dalle Lezioni di Erlangen del 1821 agli ultimi anni di vita del filosofo a Berlino. Il presupposto teorico sotteso al lavoro nella sua interezza – come indica lo stesso Riconda – è che ogni filosofia porti con sé, più o meno esplicitamente, come parte integrante e funzionale allo svolgimento della propria struttura interna, una storia della filosofia. Corollario del suddetto presupposto è che l’idealismo classico tedesco, giunto a chiara coscienza dell’importanza della storicità ai fini della costruzione di un sistema, abbia introdotto rappresentazioni della storia della filosofia ancora utili alla comprensione degli orizzonti storiografici della filosofia contemporanea. In questo senso, Schelling assume un ruolo cardinale, nella misura in cui non solo ritenne di essere stato il primo pensatore a comprendere l’essenza intrinsecamente storica del sapere filosofico, ma fu anche l’unico pensatore sistematico che pretese di aver sottoposto progressivamente al problema della storicizzazione anche il proprio sistema.