RECENSIONI / Camilla Bernava
Ideato e realizzato come un contro-bestiario, un bestiario naturalculturale, Bestiario Haraway di Federica Timeto (Docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e attivista femminista antispecista) ripercorre le alleanze che Donna Haraway ha tessuto con differenti non umani per restituirne una messa a sistema critica e visibilizzare i nessi che legano il genere e la specie nei circuiti del capitalismo e del patriarcato. Se storicamente i bestiari hanno concepito la relazione tra umano e non umano in maniera analogica, costituendosi anche come veri e propri spazi di addomesticamento (p. 24), al contrario il bestiario proposto da Timeto funziona come un dispositivo per riscattare la significatività e l’agentività degli animali oltre le pratiche di domesticazione, epistemologiche e materiali, dell’anthropos. Il bestiario di Timeto facendo proliferare i confini tassonomici della specie ne mostra infatti la natura ossimorica (p. 25).