DISCUSSIONI / Roberta Guccinelli /
Paolo Diego Bubbio non è soltanto uno studioso serio e rigoroso di filosofia post-kantiana e in generale continentale, ma anche un interessante teorico del “sacrificio”. Attualmente svolge la sua attività di ricerca in un ambiente senz’altro dinamico come quello della University of Western Sydney che gli ha permesso di portare a termine con frutto la redazione di un bel volume dedicato appunto al topic in questione, Sacrifice in the Post-Kantian Tradition. Perspectivism, Intersubjectivity, and Recognition. Si pensa in genere al sacrificio come a un atto dalla spiccata connotazione antropologica, senza afferrare necessariamente il legame sottile che esso instaura con la sfera emotiva. Nel passaggio dal sacrificio antropologicamente inteso al sacrificio kenotico, che nella riflessione sul libro di Bubbio vorrei mettere a fuoco, quel legame si fa esplicito e permette di cogliere nel sacrifico kenotico, quale atto personale-spirituale, una delle manifestazioni più pure dell’amore.