Discussione di N. Iofrida, D. Melegari, L. Paltrinieri, Foucault, Carocci 2017

DISCUSSIONI / Igor Pelgreffi /

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Foucault Iofrida Melgari Carocci 2017

Questo libro, ospitato nella collana Pensatori dell’editore Carocci, può essere considerato qualcosa di più di una semplice introduzione. Oltre alla ricostruzione meticolosa, in trecento pagine, del pensiero di Foucault; oltre a una valutazione attenta e aggiornata del ruolo dei Cours al Collège de France e di altri materiali d’archivio nel delinearne l’immagine, in questo libro mi pare affiorino diversi elementi di interesse critico e di novità. Nelle pagine che seguono, qualche annotazione in questa direzione.

Chi ritrae Foucault, inevitabilmente ritrae anche una storia di modificazioni, di cambiamenti di paradigma negli assetti stessi della sua riflessione, assetti che talvolta vengono rivisti profondamente da Foucault. Il libro si regge proprio su tale assunto di fondo: se si osserva lo sviluppo del pensiero foucaultiano nel corso del tempo, non esiste in realtà un’unica posizione filosofica. C’è un primo Foucault, quello in cui al primato criptoromantico di un fondo dionisiaco dell’esistenza si associava l’idea della letteratura come opzione trasformativa, capace di citare in giudizio il mondo borghese in quel tipico «convergere di distruttività e rivoluzione» (p. 52). C’è un secondo Foucault, quello in cui si fa via via più evidente «l’irruzione dello spazio» (p. 61), che transitando da Nascita della clinica e gli Scritti letterari, arriva sino a Le parole e le cose. Qui prendeva corpo la questione del linguaggio come fondamento non più nell’ordine della profondità ma della superficie, e che dunque non si riferisce più a una déraison preverbale, a un’alterità cui poter attingere come forma di contestazione e rovesciamento storico-esistenziale. E, come sanno bene i lettori più giovani di Foucault, ci sarà la fase della microfisica del potere, quella di Sorvegliare e punire e della biopolitica, quella della governamentalità, per giungere a quella della cura sui, cioè della trasformazione di sé quale chiave di una metamorfosi intersoggettiva…

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