APPENDICI / 2 / Tommaso Fagioli e Eleonora de Conciliis /
FAGIOLI – Baudrillard è nato nella città di Reims, nel nord-est della Francia, sede di una delle più famose cattedrali della cristianità. I suoi nonni erano contadini, e i suoi genitori dei funzionari civili. Che rapporto aveva con le proprie radici?
DUPUIS – Ha cominciato a imparare il tedesco, con l’intenzione di tirarsi fuori da una famiglia molto modesta di cui non amava [la mentalità]… Sua madre faceva la postina, suo padre era un gendarme: era qualcosa da cui voleva assolutamente allontanarsi. A ciò si può chiaramente aggiungere molto altro, ma il tutto dà come risultato una persona che è stata obbligata a vivere la sua intelligenza accanto a questa realtà. È invidiabile ? Non ne sono sicura, perché lui [J.B.] era, come dire …ossessionato da tutto ciò, e quindi diceva di me: “Marine è la vita”. Questo significa che rappresentavo per lui in qualche modo un’interfaccia [con la vita]. Perché lui era, ripeto, ossessionato, [dalla vita come da] una piccola cosa che cade dal cielo.
FAGIOLI – La propria vita in retrospettiva sembra tutto fuorché libera, razionale, e arbitraria, come guidata da un’inesorabile necessità mascherata dagli artifizi del caso – inclusi gli incontri. In quali circostanze vi siete conosciuti?
DUPUIS – Ho incontrato Jean a Nanterre nel 1970, tornavo da un giro del mondo in barca con il mio fidanzato. Ero ancora molto giovane e abitavo su una casa galleggiante [peniche]. Jean mi ha chiamata sin dall’inizio Marine, ma mi chiamavo Martine, e dopo questo è iniziato tutto.
FAGIOLI – E per tutta la vita!
DUPUIS – Ancora oggi, quando vado a farmi curare, mi dicono: “Ma Lei si chiama Martine”, e bla bla bla…
FAGIOLI – Com’è iniziato il gioco di seduzione? Lei aveva 25 anni!
DUPUIS – E 25 anni di differenza… io ne avevo 25 quando l’ho incontrato. Ti dirò, avevo 25 anni perché ero andata a spasso per il mondo, in barca, mentre gli altri avevano 21 anni… io ne avevo 4 di più, ero abbronzata e arrivavo dopo il ’68. Ció significa che c’era una grande confusione nelle Università, soprattutto a Nanterre. C’era già stato il movimento di Maggio con… come si chiama… Cohn-Bendit, ma era [ancora] un gran casino: il professore stava là con gli studenti seduti ovunque, tutti che urlavano, fumavano, non sapevo di fronte a cosa mi sarei trovata. E Jean che parlava… aveva l’aria molto distesa, non aveva problemi di esami perché dava buone note a tutti.