RECENSIONI / Maria Teresa Pacilé
L’inquietudine di una fratellanza strutturalmente ambivalente, mai risolutiva dell’angoscia che abita la condizione umana ma essa stessa inquieta e inquietante, costituisce l’incubo dal quale Giovanna Costanzo, professore associato di Filosofia Morale al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne di Messina, trae le mosse per tessere l’ordito di una trama quanto mai complessa e coinvolgente. Scendere nel profondo, affrontare con Giuseppe e i suoi fratelli la duplice caduta nell’oscurità del pozzo dell’esistenza è il passo decisivo che un pensiero autenticamente filosofico, come quello della studiosa, può e deve compiere nella lucida consapevolezza che solo così, non dimenticando mai di volgere lo sguardo in Alto, verso Altro, è possibile ricominciare a pensare, a sognare, forse, anche in un mondo disincantato come quello attuale.